Under The Ocean «Gates» (2011)

Under The Ocean «Gates» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Zoro »

 

Recensione Pubblicata il:
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Visualizzazioni:
1678

 

Band:
Under The Ocean
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Titolo:
Gates

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Isacco Pattini - Voce
Andrea Tortorelli - Chitarra
Rocco Casali - Basso
Tomasz Jan Iemma- Chitarra
Fabio Bersani - Batteria

 

Genere:

 

Durata:
36' 0"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2011

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

“In fondo al mar, in fondo al mar tutto è bagnato, è molto meglio, credi a me”, ci assicurava il granchio Sebastian, di cui i nostrani Under The Ocean condividono se non i gusti musicali perlomeno la passione per gli abissi marini, mandando alle stampe un disco che fin dal curatissimo booklet promette atmosfere marittime, marce e Lovercraftiane. Da una pubblicità dell’album vista qualche tempo fa su una rivista mi aveva incuriosito l’accostare tali temi al death metal, e già mi aspettavo qualcosa di molto brutal, mentre la proposta della band è molto più vicina al metalcore piacevole ma poco incline all’innovazione dei Parkway Drive (altro gruppo che ha caro il tema del mare, tra l’altro), quindi tempi sostenuti, saltuari break down e harsh vocals che passano con disinvoltura dallo scream, al growl al pig squeal, trascurando completamente le celan vocals. Il riffing ricorda sia il death più canonico che quello svedese, a seconda dei passaggi.
Il disco e essenzialmente privo di grossi difetti come lo è di pregi. Quanto suonato dagli Under The Ocean, se amate il genere, e uscito dal vostro stereo già centinaia di volte, a maggior ragione se siete fan del gruppo australiano di cui sopra, che in più di un passaggio diventa ben più che fonte di ispirazione. La fiera del Deja-Vu insomma, ma in ogni caso ben scritta e ben suonata, la band sa il fatto suo e le canzoni, perlomeno i primissimi ascolti, intrattengono. Poi, devo concedere al gruppo che ha abilità nel creare pezzi di atmosfera, come quella creata dalle grasse note di basso in A look at The Sky, che esplodono in un pandemonio di batteria forsennata, grida e assoli.
In conclusione, non dubito che il gruppo abbia qualche buon asso nella manica, che magari in futuro riuscirà ad estrarre, ma per ora non va oltre la sufficienza.

Track by Track
  1. With Strange Aeons 60
  2. One Must Fall 60
  3. Gray Hands on the Gate 65
  4. On Sunset Spires 60
  5. From Yuggoth 60
  6. Notturno 55
  7. A Look at The Sky 70
  8. Welcome 60
  9. Old Man Song 60
  10. Deadline 65
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 75
  • Qualità Artwork: 75
  • Originalità: 45
  • Tecnica: 70
Giudizio Finale
63

 

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